Vi starete chiedendo (presunzione tutta mia) perchè “Words of Wonder” (Parole di Meraviglia).
Ma se siete arrivati qui cliccando la pagina in questione probabilmente siete curiosi.
Ecco: la curiosità, la capacità di meravigliarsi ancora di ciò che succede. La curiosità è una delle caratteristiche più certe e sicure di un intelletto attivo.
La maggior parte delle volte mi capita di notare qualcosa che la maggior parte delle persone, per fretta o per distrazione, non vede neanche.
E quando lo racconto agli amici scatta sicuramente una discussione sull’argomento: da qui l’illusione che ciò che mi balza agli occhi possa interessare molte più persone della mia cerchia di amici.
“Io non ho talenti straordinari. Sono solo appassionatamente curioso”
(A. Einstein)
CURIOSITÁ: Voglia di accrescere il proprio sapere o la propria esperienza; piacere del conoscere indiscrezioni o bizzarrìe – e per estensione, indiscrezione e bizzarrìa dal latino: [cura] La tensione più fertile nell’universo dell’umanità prende il nome da una sollecitudine, da un progetto, – da una cura, insomma – che nasce da un presente senso della vita, di una vita vissuta coltivando, orizzonte negli occhi, un qualcosa con la Q maiuscola – spesso impronunciabile ma che, solo, ci dà senso.
La curiosità è l’attitudine a realizzare che dietro all’esperienza, per quanto faticosa, sta la saggezza serena, oltre l’informazione, per quanto fredda, sta il calore della conoscenza – così come dietro alla cura di ogni progetto traspare l’amore.
È una parola che va strappata al gossip e ai “sapevate che…?”, poiché è il più genuino appiglio per poter cambiare davvero la vita – e mai inflazionare qualcosa di così prezioso.
Essa presidia, curiosa, il senso della crescita e del cambiamento, e in lei stanno i significati del “Un’occhiata ai libri, due alla vita” di Goethe, e dello “Stay hungry, stay foolish” di Jobs.